I 38 anni sono solitamente l’età limite per un professionista del pallone, si riesce ad arrivare a quell’età in perfette condizioni solo se ci si alimenta e allena adeguatamente e se si riesce a mantenere la passione per il proprio lavoro.
Ecco, per quanto i demagoghi possano definire queste parole quasi blasfeme, la scelta di Zlatan Ibrahimovic è una scelta passionale.
Chi di voi a 38 anni, dopo una carriera ricchissima e ai massimi livelli, accetterebbe di tornare in un vero campionato, nella stagione più fredda, con una squadra in difficoltà e una paga inferiore dopo due anni di California tra sole, vittorie agevoli e stipendio da sceicco?
Dev’essere per forza la passione quella molla, ma è uno stimolo che non basta.
L’emotività senza la ragione e la coscienza di se finisce sempre con lo sbattere contro la realtà e anche una delle personalità( nel senso stretto del termine) più grandi del mondo del calcio sembra essersene accorta.
Certo non potevamo aspettarci genuflessioni e cilicio, ma Zlatan Ibrahimovic sembra aver conosciuto quella maturità che un uomo qualunque, non un campione, conosce con l’avanzare del tempo.
Low profile, lavoro, incoraggiamento ai ragazzi giovani e soprattutto tanto realismo, impossibile fornire a 38 anni ciò che offriva alla platea di San Siro ormai dieci anni fa.
Nella prestazione di sabato alla Sardegna Arena c’è tutto il nuovo Zlatan Ibrahimovic, poche accelerazioni, rarissimi dribbling e giocate da guascone, ma anche un gol, un palo, un gol annullato e una vittoria pesantissima.
Dopo quei 30 minuti contro la Sampdoria il 6 Gennaio la squadra sembra più consapevole della risorsa a disposizione, più verticalizzazioni, più sicurezza nella trequarti offensiva e meno frenesia.
Ibra è tornato per fare il catalizzatore di attenzioni, ma sembra per ora farlo in senso positivo, attira su di lui i centrali, le attenzioni degli allenatori e del pubblico avversario, chiede il pallone ma senza monopolizzarlo e aiuta in ogni modo i ragazzi intorno a lui.
(fonte Sofascore)
La prestazione di sabato a Cagliari è il perfetto maturo mix di quantità e qualità: un paio di dribbling tentati e riusciti, precisione nei passaggi del 72%, 9.7 chilometri percorsi con 32 km/h rilevati nello sprint, secondo in tutta la formazione milanista (solo Davide Calabria ha fatto meglio, come indicato dalla Gazzetta dello Sport).
A ciò si aggiungono più del 50% dei duelli aerei vinti(fondamentale in cui lo svedese sembra migliorato quasi per compensare un apparente minore mobilità) e ovviamente il gol che ha deciso il match.
Un Milan che quindi anche aiutato dal cambio di sistema è sembrato solido, sicuro e con ambizioni rinnovate, la cura Ibra sta facendo il suo effetto e con lui i rossoneri hanno una freccia importante nel loro arco, diversa da come l’avevano lasciata, ma probabilmente ancora più velenosa.