Why always you? Sfogo di un “balotelliano” deluso

 

 

Ci risiamo, ci sono cascato ancora una volta.

Eppure stavolta sembrava quella buona, gli ingredienti per una resurrezione calcistica c’erano tutti, l’aria di casa, un presidente carismatico e una squadra in cui sarebbe stato leader tecnico assoluto.

E poi quell’Europeo, un anno per prenderselo a suon di gol e con lui la 9 della nazionale, quella maglia che per talento gli spetterebbe di diritto e che tanti come me sperano di rivedergli addosso.

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Noi inguaribili ottimisti, sempre qui a credere in una rinascita, l’ennesima, folgorati dalla doppietta alla Germania, dal bolide al Bologna e al Rubin Kazan, dall’assist per “Agueroooooo” contro il Qpr, illusi dall’avventura a Nizza e delusi dopo questi primi mesi bresciani.

Domenica era l’ennesima domenica buona, d’altronde si veniva dai gol con Lazio e Spal con prestazioni incoraggianti, il 45 parte dalla panchina ma sicuramente avrà minuti per essere decisivo, per il Brescia e per quell’Europeo.

Balotelli entra al minuto 74, bastano 8 minuti per commettere un fallo netto in gioco pericoloso e mandare a quel paese l’arbitro Giua, risultato? Rosso e due giornate di squalifica.

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Ancora, quel Mario che troppo spesso vediamo ha la meglio sul Mario che vorremmo vedere, ha senso pazientare ancora?

Mario Balotelli si avvicina ai 30 anni con addosso l’aria da eterno incompiuto che ha sparato quasi tutte le pallottole a disposizione, sembrano lontani gli esordi in nerazzurro dove prometteva di spaccare il mondo, forza, velocità e quella sana dose di strafottenza, quella che gli permetteva di abbattere lo Utd a Old Trafford esibendo quella maglia ormai celebre o di umiliare Hummels e Boateng.

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Quel Mario però si è visto veramente poco e a prendersi la scena sono i cartellini, le scenate, le prestazioni insufficienti, ma se spesso e volentieri negli anni precedenti era tutelato da una grande squadra che giocava per le prime posizioni, ora non può permettersi distrazioni.

Il ritorno a Brescia doveva essere l’occasione giusta per dimostrare a 30 anni di essere finalmente maturo, di poter trascinare con le sue giocate una neopromossa alla salvezza, di prendersi sulle spalle le sue responsabilità.

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Un’altra opportunità che però rischia di scappare dalle mani del 45, come quella 9 azzurra della nazionale, in mano sempre più ad un Immobile da record.

Ad un girone dal termine la situazione è questa, chiunque è libero di sperare ancora, ma stavolta è davvero difficile.

 

Why always you? Sfogo di un “balotelliano” delusoultima modifica: 2020-01-22T12:40:34+01:00da pietroserusi
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